Programma:
Stefano Nardon è un polistrumentista, cantante e produttore musicale classe 96. La sua musica si distingue per l’abile intreccio di sfumature soul, jazz, R&B e funk. La sua passione per diversi generi musicali si riflette nella sua capacità di creare melodie coinvolgenti e ritmi contagiosi. Inizia a suonare nel garage di casa all’età di 6 anni. Si appassiona al jazz partecipando ai workshop di Merano con Dado Moroni e Franco D'Andrea. Nel 2019 si iscrive al Conservatorio “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto seguito dall'insegnante Bruno Cesselli. Nell’estate del 2023 partecipa alle Berklee Clinics di Umbria Jazz in seguito alla vittoria della borsa di studio al ''Treviso Suona Jazz Festival''. Nel corso degli anni suona e partecipa in diversi progetti musicali fino ad intraprendere una carriera da solista con l'obiettivo di pubblicare un album.
Nell’estetica giapponese il termine Yugen, traducibile letteralmente come “leggermente scuro”, descrive il fascino delle cose in penombra delle quali non si riesce a conoscere del tutto i limiti e i particolari, e, in senso più ampio, si usa per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso e imperscrutabile. È lo stato d'animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo “altro”, colmo di misteriosa unità.
DUE di DUO è il coronamento di un intenso legame musicale e personale. Caterina Roberti e Salvatore Sclafani si incontrano nel 2013 al Conservatoire Royal de Bruxelles. Personalità dai molteplici interessi, l’intesa tra i due è immediata e li spinge a un’intensa collaborazione. Il duo è invitato a esibirsi in diversi contesti, quali il Festival Musiq3, il Festival Musicorum e il MIM. Desideroso di condividere la loro curiosità con il pubblico, il repertorio del duo si concentra sulla musica del XX secolo e sulla riscoperta di opere raramente eseguite. Il loro primo CD, Airs Galants: Renaissance & Baroque-inspired music for piano 4-hands (Da Vinci Classics) include la prima mondiale della trascrizione per pianoforte a quattro mani delle Airs de Ballet da Les Indes Galantes di J.-P. Rameau ed è stato presentato su Musiq3-RTBF, Rai Radio 3 e Radio France.
Con Pianoïd, Edouard Ferlet torna dove meno ce lo si aspetta con un album che si avventura alle frontiere dell'elettronica, della musica contemporanea e dell'ambient. Se Bach è stato spesso il terreno di gioco preferito del pianista, ora ha fatto un passo da gigante attraverso i secoli per mettersi sotto l'egida di Philip Glass e Brian Eno. Edouard Ferlet, utilizzando un sistema interattivo ed elettroacustico, ci accompagna in un viaggio musicale tecnologico. Un'esplorazione dello strumento orchestrale per eccellenza, dove ci regala paesaggi sonori ricchi, onirici e profondamente originali.