Programma:
Francesco De Luisa inizia lo studio del pianoforte privatamente all'età di 7 anni, si diploma poi in pianoforte nel 2010 ed in jazz nel 2013 presso il conservatorio "G. Tartini" di Trieste. Parallelamente ha frequentato seminari di Siena Jazz, Roma Jazz's Cool, Tuscia in Jazz. Ha suonato in concerto o in studio a fianco di musicisti come Louis Sclavis, Jim Snidero, Barry Finnerty, Jure Pukl, Giovanni Falzone, Francesco Bearzatti, Giovanni Maier, Marc Abrams, Anthony Pinciotti, Matteo Sabattini, Giampaolo Casati, Carlos Werneck, Francesco Diodati, Alfonso Deidda, Jean John, Klemens Marktl e molti altri. È stato finalista di concorsi in ambito jazz come il premio Lelio Luttazzi ed il premio Chicco Bettinardi, e vincitore di una borsa di studio al Gorizia Jazz Workshop per frequentare i corsi di Siena Jazz. Svolge attività didattica in alcune scuole di musica in FVG.
Nell’estetica giapponese il termine Yugen, traducibile letteralmente come “leggermente scuro”, descrive il fascino delle cose in penombra delle quali non si riesce a conoscere del tutto i limiti e i particolari, e, in senso più ampio, si usa per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso e imperscrutabile. È lo stato d'animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo “altro”, colmo di misteriosa unità.
DUE di DUO è il coronamento di un intenso legame musicale e personale. Caterina Roberti e Salvatore Sclafani si incontrano nel 2013 al Conservatoire Royal de Bruxelles. Personalità dai molteplici interessi, l’intesa tra i due è immediata e li spinge a un’intensa collaborazione. Il duo è invitato a esibirsi in diversi contesti, quali il Festival Musiq3, il Festival Musicorum e il MIM. Desideroso di condividere la loro curiosità con il pubblico, il repertorio del duo si concentra sulla musica del XX secolo e sulla riscoperta di opere raramente eseguite. Il loro primo CD, Airs Galants: Renaissance & Baroque-inspired music for piano 4-hands (Da Vinci Classics) include la prima mondiale della trascrizione per pianoforte a quattro mani delle Airs de Ballet da Les Indes Galantes di J.-P. Rameau ed è stato presentato su Musiq3-RTBF, Rai Radio 3 e Radio France.
Con Pianoïd, Edouard Ferlet torna dove meno ce lo si aspetta con un album che si avventura alle frontiere dell'elettronica, della musica contemporanea e dell'ambient. Se Bach è stato spesso il terreno di gioco preferito del pianista, ora ha fatto un passo da gigante attraverso i secoli per mettersi sotto l'egida di Philip Glass e Brian Eno. Edouard Ferlet, utilizzando un sistema interattivo ed elettroacustico, ci accompagna in un viaggio musicale tecnologico. Un'esplorazione dello strumento orchestrale per eccellenza, dove ci regala paesaggi sonori ricchi, onirici e profondamente originali.