Programma: Pianöid
Edouard Ferlet inizia a improvvisare sul pianoforte di famiglia all'età di 7 anni, per gioco, e scopre il gusto per la musica, percepita spontaneamente come puro piacere per i suoni e per le loro caratteristiche.
All'età di 18 anni, dopo aver conseguito la maturità musicale e un dopo periodo di studio al Conservatorio si è iscritto al prestigioso Berklee College of Music di Boston e ha conseguito il diploma in "Jazz Composition" nel 1992 - insieme al premio per il miglior pianista jazz della sua classe, il "Berklee jazz performance award".
Tornato in Francia, ha acquisito una solida esperienza nel campo della composizione grazie alla varietà delle opere audiovisive commissionategli. Ha poi collaborato, come direttore musicale, con artisti che esplorano campi molto diversi, da Geoffrey Oryema a Julia Migenes. È stata poi la fruttuosa e lunga collaborazione con il contrabbassista Jean-Philippe Viret, e con il batterista Antoine Banville e, in seguito con Fabrice Moreau, che gli ha fornito molte provocazioni espressive e di sperimentazione nel trio jazz.
La sua musica ha immediatamente attirato l'attenzione dei critici con la sua originale miscela di swing e raffinatezza formale. Un lavoro ponderato, in cui il pianista definisce ancora di più i suoi territori estetici e idiomatici in una musica lirica che è indubbiamente jazz moderno, ma che rivela, soprattutto nell'attenzione al suono, una sottile influenza della tradizione classica occidentale, sapientemente reimmaginata.
Dal suo album "Think Bach 1", interamente dedicato alla musica di Johann Sebastian Bach, amorevolmente ripensata e trasfigurata, ha continuato a esplorare la relazione fra musica classica e improvvisazione, sviluppando nuove collaborazioni con musicisti di provenienza eclettica. Con un lavoro libero e rigoroso al tempo stesso, che combina riflessione erudita, virtuosismo formale e puro piacere di suonare, il pianista lascia emergere nel suo discorso tutto ciò che la sua poetica deve al mondo classico.
Il suo cuore rimane profondamente commosso dalla condivisione della sua musica con il pubblico attraverso concerti e registrazioni.
Sono stati pubblicati una ventina di album a suo nome e più di 200 composizioni, registrate e suonate in pubblico.
Trascinato dal gusto per l'impresa e da una forte attenzione per l'indipendenza artistica, ha co-fondato la società Mélisse, che lo accompagna nelle sue creazioni, nei concerti, negli spettacoli, negli album, nell'editoria e nei laboratori didattici.
Accanto al suo lavoro di musicista, il libro "Résonance", scritto insieme all'insegnante di shiatsu Émilie Moreau, è stato pubblicato da Gérard Billaudot nel 2019. Questa nuova collaborazione apre una nuova dimensione nel suo lavoro di ricerca, per trasmettere e condividere le sue conoscenze al servizio della bellezza e dello spazio sensoriale nella musica.
L'album PIANOïD è stato pubblicato nel 2021. Fedele al suo gusto per la dissidenza musicale ma anche per la collaborazione e la sperimentazione, Edouard Ferlet si prende ancora una volta delle libertà con i generi e gli stili musicali, esplorando questa volta territori più vicini alla musica contemporanea, pop ed elettronica. Sviluppato pazientemente nel corso degli anni attorno a un set-up di due pianoforti, di cui uno automatico, Pianoïd trova un equilibrio tra composizione e improvvisazione, complessità e semplicità, uomo e macchina, in brani che riecheggiano il lavoro di Philip Glass e Nils Frahm. L'avventura di Pianoïd è continuata con un secondo album uscito nell'autunno del 2023.
Dal settembre 2023, Edouard Ferlet insegna pianoforte, composizione, improvvisazione, ensemble e improvvisazione vocale al Conservatorio di Malakoff. Nel 2024, Edouard Ferlet sta preparando un nuovo progetto basato sulla musica di Erik Sa@e, come parte del duo Plucked Unplucked con Violaine Cochard, Valérie Gabail e Jean-Marc Phillips-Varjabédian.
Nell’estetica giapponese il termine Yugen, traducibile letteralmente come “leggermente scuro”, descrive il fascino delle cose in penombra delle quali non si riesce a conoscere del tutto i limiti e i particolari, e, in senso più ampio, si usa per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso e imperscrutabile. È lo stato d'animo prodotto dal fascino inspiegabile delle cose, il sentire un universo “altro”, colmo di misteriosa unità.
DUE di DUO è il coronamento di un intenso legame musicale e personale. Caterina Roberti e Salvatore Sclafani si incontrano nel 2013 al Conservatoire Royal de Bruxelles. Personalità dai molteplici interessi, l’intesa tra i due è immediata e li spinge a un’intensa collaborazione. Il duo è invitato a esibirsi in diversi contesti, quali il Festival Musiq3, il Festival Musicorum e il MIM. Desideroso di condividere la loro curiosità con il pubblico, il repertorio del duo si concentra sulla musica del XX secolo e sulla riscoperta di opere raramente eseguite. Il loro primo CD, Airs Galants: Renaissance & Baroque-inspired music for piano 4-hands (Da Vinci Classics) include la prima mondiale della trascrizione per pianoforte a quattro mani delle Airs de Ballet da Les Indes Galantes di J.-P. Rameau ed è stato presentato su Musiq3-RTBF, Rai Radio 3 e Radio France.