Programma:
Il progetto di Giovanni Mancuso e Aldo Orvieto è stato concepito come omaggio a S. Bussotti, L. Andriessen e F. Rzewsky, grandi figure del Novecento musicale.
Sylvano Bussotti, artista poliedrico e visionario, ha coltivato molteplici interessi esprimendosi anche come artista visivo, regista, scenografo, costumista, poeta e saggista, interessi non accessori che confluiscono e si riflettono nelle sue opere musicali come Tableau vivants, importante lavoro del 1964 commissionato da Radio Brema e preparatorio ad una delle più rilevanti opere teatrali del Maestro, la Passion selon Sade. La partitura si avvale di una meravigliosa veste grafica ed è testimonianza autentica della volontà dell’autore di avvalersi di una notazione musicale precisa ma al tempo stesso non rigidamente “chiusa”, una notazione che invita l’interprete ad una gestualità improvvisativa che è propria della sua funzione e della sua arte. Tale ricerca di equilibrio tra scrittura musicale tradizionale e il desiderio di ‘aprire’ la propria opera ad alcuni spazi di libertà consegnandoli all’espressività e al gusto dell’interprete fu un problema molto sentito negli anni ’60 e ’70 del Novecento. Oltre ai compositori citati, troviamo anche l'inglese Cornelius Cardew: in Volo Solo (del 1965, praticamente coevo ai Tableaux Vivants di Bussotti), egli scrive una sorta di ipertesto perfettamente precisato nelle altezze, ma all’interno del quale l’interprete deve obbligatoriamente effettuare alcune scelte di percorso, essendo il testo stesso – in alcune sue parti – assolutamente sovrabbondante rispetto alle capacità esecutive di qualunque strumentista. When the wind blows di Frederic Rzewski ripercorre (nel 1996, molti anni più tardi), lo stesso ambito di ricerche attraverso la costruzione di un accurato intreccio polifonico di melodie svincolate da qualunque rigore metrico. Wasserklavier di Luciano Berio, funge da interludio in questo percorso: il brano è una sorta di sguardo velato e a tratti nostalgico della grande tradizione del pianoforte romantico, Berio prescrive di suonarlo: «almost inaudible, without expression, but with a certain tenderness». Decisamente ‘antiromantica’ è invece – per sua stessa ammissione – la musica del compositore olandese Louis Andriessen che, nella sua grande attitudine alla sperimentazione, si avvalse di molteplici sistemi compositivi derivati dal serialismo, dalla composizione elettronica ed anche – come nel caso di De Toren – da uno sguardo colto e raffinato alle strade aperte dal minimalismo di matrice statunitense. Andriessen ripercorre in questo carillon la via di una mutazione subliminale di un materiale musicale semplice e godibile, debolmente dissonante, che porta l’ascoltatore ad immergersi in una sorta di ‘liquido amniotico’ sonoro, volutamente ipnotico e visionario.
Giovanni Mancuso si diploma di pianoforte sotto la guida di Wally Rizzardo presso il Conservatorio "Benedetto Marcello " di Venezia e nei Corsi di perfezionamento in musica da camera dell’Accademia “Incontri col Maestro” di Imola con il massimo dei voti. Si è perfezionato con R. Rivolta e con S. Sciarrino. Ha vinto numerosi premi di composizione tra i quali: “Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa Mediterranea”, “Grieg Memorial Competition”, “Rockefeller Foundation”, “European Association for Jewish Culture”, “Grant Award”, “Concorso Internazionale Orpheus”. Ha ricevuto commissioni da importanti istituzioni musicali tra le quali: Orchestra Gran Teatro La Fenice, Biennale Musica, Biennale Danza, Orchestra Giovanile Italiana, European Association for Jewish Culture, Ex Novo Ensemble, Milano Musica, Sentieri Selvaggi, Orchestra dei Pomeriggi Musicali.
Ha collaborato con Raiz, E. Sharp, P. Tonolo, F. Rzewski, P. Corner, M. Goldstein, B. Morris, C. Boccadoro, D. Petrina, L. Ligeti, F. Cusa, C. Palestine, S. Bussotti, F. London, A. Curran.
Grande fantasia zoologica di Camille Saint-Saëns (1835-1921) per orchestra da camera con due pianoforti, in occasione del centenario della morte dell’autore. Opera eseguita postuma (26 febbraio 1922) per volontà del compositore per i toni umoristici e canzonatori nei confronti dei pianisti e dei musicisti dell’epoca.
Con la straordinaria partecipazione di Pasquale Iannone e Leonardo Colafelice, pianoforti, e del duo comico I Papu. Copione inedito dei Papu su commissione di Piano City Pordenone.