City Concert
Piano con l'elettronica!

Roberto Doati e Ciro Longobardi

16/06/2023 Convento di San Francesco ore 18.00

Programma: 

  • K. Stockhausen, Klavierstücke I-IV (1952-53)
  • R. Doati, Studi I-IV (2021)
  • K. Stockhausen, Klavierstück V (1954)
  • R. Doati, Studio V (2020)
  • K. Stockhausen, Klavierstück VII (1954)
  • R. Doati, Studio VII (2021)
  • K. Stockhausen, Klavierstück VIII (1954)
  • R. Doati, Studio VIII (2021)

I Klavierstücke I-VIII di Karlheinz Stockhausen ruotano intorno all’esperienza elettronica degli Elektronische Studie I e II. Se i Klavierstücke I-IV (1952-53, dedicati a Marcelle Mercenier) rappresentano una sorta di schizzo dei pezzi elettronici che verranno, i Klavierstücke V-VIII (1954-55, dedicati a David Tudor) rivelano una nuova attenzione al fattore temporale che nel contempo ‘dilata’ la forma secondo “criteri statistici” e consente all’autore di costruire timbri diversi (quasi in competizione con quelli elettronici su cui aveva lavorato per 18 mesi) che emergono dal costante uso di risonanze prodotte dalla pressione silenziosa dei tasti. Inoltre le due serie rappresentano il passaggio dal serialismo integrale al controllo aleatorio delle strutture, dalla musica per ‘punti’ (Punkte) alla musica per ‘gruppi’ (Gruppen). Nella nostra esecuzione, la serie V-VIII verrà amplificata secondo le indicazioni dello stesso Stockhausen che voleva ‘immergere’ l’ascoltatore nelle risonanze dello strumento. Gli Studi elettronici I-VIII di Roberto Doati prendono ispirazione dai Klavierstücke I-VIII. L’autore ha voluto ricreare il suono elettronico degli anni ‘50: nella sua morfologia principale tanto simile a quella dei suoni di pianoforte (dovuta a tagli netti del nastro magnetico) e nel suo ‘colore’ ottenuto anche grazie alla convoluzione con la risposta all’impulso del riverbero a piastra EMT 140, quello usato da Stockhausen per Kontakte. Ogni studio adotta generazioni spettrali e articolazioni diverse in una sorta di ‘mala copiatura’ dei Klavierstücke, ma sempre concependo ogni suono come una momentform la cui durata e istante di inizio siano imprevedibili, ed entro cui talvolta è possibile sentire l’eco appena accennata di una composizione strumentale.

Ciro Longobardi, finalista e miglior pianista presso il Concorso Gaudeamus di Rotterdam nel 1994, Kranichsteiner Musikpreis nell’ambito dei Ferienkurse di Darmstadt nello stesso anno, ha suonato per Milano Musica, Ravenna Festival, Aperto Reggio Emilia, Angelica Bologna, Traiettorie Parma, Rai Nuova Musica Torino, Ente Teatro San Carlo e Associazione Scarlatti Napoli, Accademia Chigiana Siena, INA GRM Parigi, Ente Teatro Massimo Palermo, Saarländischer Rundfunk Saarbrücken, © Riccardo Siano Biennale di Venezia, Unerhörte Musik Berlino, Guggenheim Museum New York, IIC di Stoccarda, Strasburgo, Tokyo, Festival di Salisburgo. Ha registrato per Stradivarius, Limen, Mode Records, RAI Trade, Die Schachtel, Kairos. Tra i premi ricevuti, un Coup de Cœur de Radio France (settembre 2011), un Premio Speciale della Critica (Musica e Dischi) e un Premio Nazionale del Disco (Amadeus 2012-2013) per l’integrale delle opere pianistiche di Ivan Fedele (Limen); un CD del mese e una candidatura al Premio Nazionale del Disco (Amadeus 2012 - 13) per Electronic Music for Piano (Stradivarius) di John Cage realizzata in duo con Agostino Di Scipio. La sua registrazione dei Notturni completi (con Gaspard de la Nuit di Ravel, per Stradivarius) è stata menzionata dalla prestigiosa rivista inglese Gramophone tra le tre pubblicazioni di riferimento per l’opera di Salvatore Sciarrino. La sua registrazione integrale del Catalogue d’Oiseaux di Messiaen (Piano Classics) ha vinto il Premio Abbiati del Disco come migliore pubblicazione di repertorio solistico del 2018-19 e ha ottenuto recensioni entusiastiche, tra cui una valutazione da 5 stelle dalla rivista francese Diapason. Oltre che per le collaborazioni con i maggiori compositori italiani, la sua attività si è caratterizzata nel tempo per le proposte pionieristiche sulla diffusione del grande repertorio internazionale nel nostropaese. Ha infatti eseguito in prima italiana le opere pianistiche complete di Galina Ulstvolskaja (CIMS Palermo, 1996), l'Emerson Concerto di Charles Ives nella ricostruzione di David Porter (Orchestra Guido Cantelli, direttore Alberto Veronesi, 2000), Synaphaï di Iannis Xenakis per pianoforte e 86 musicisti (Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, direttore Pascal Rophé, 2012). Durante la pandemia, Longobardi è stato protagonista della prima integrale italiana della musica pianistica d’ispirazione ornitologica di Messiaen, in tre concerti diffusi in live streaming dal Festival Aperto di Reggio Emilia, prima tappa del progetto triennale di esecuzione e registrazione delle opere complete. La seconda tappa, prevista per l’autunno 2021, prevede la pubblicazione di un cofanetto di 2 dischi contenente una selezione delle maggiori opere distribuite su un arco creativo di circa 40 anni, e la presentazione in concerto dello stesso programma. Longobardi è pianista dell'Ensemble Prometeo di Parma, membro fondatore e direttore artistico del collettivo Dissonanzen di Napoli. Insegna presso il Conservatorio “G. Martucci” di Salerno.

Roberto Doati inizia la sua attività musicale all’età di 18 anni passando in pochi anni dall’improvvisazione libera alle esperienze di tape music. Dal 1977 al 1979 studia musica elettronica con Albert Mayr e Pietro Grossi (programmazione informatica) presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e presso la Divisione Musicologica del CNUCE di Pisa. Nel 1979 si trasferisce a Venezia dove porta a termine gli studi con Alvise Vidolin presso il Conservatorio “Benedetto Marcello”. Nello stesso anno inizia la sua attività di compositore e ricercatore presso il Centro di Sonologia Computazionale dell'Università di Padova dove tiene diversi seminari. Dal 1983 al 1993 collabora con il Settore Musica (in particolare con Mario Messinis) e il Laboratorio di Informatica Musicale della Biennale di Venezia (L.I.M.B) con Alvise Vidolin. Dal 1990 al 2020 è stato docente di Musica Elettronica presso i Conservatori di Cagliari, Latina, Trieste, Genova e Piacenza. Fra i numerosi progetti ideati e realizzati con i suoi allievi è da ricordare nel 2013 la formazione della Galata Electroacoustic Orchestra (GEO) in collaborazione con Istanbul Bilgi Üniversitesi, Istanbul Teknik Üniversitesi, Universitat Pompeu Fabra, Conservatorio di Musica "G. Pierluigi Da Palestrina". GEO si è esibita al Festival di Musica Contemporanea de La Biennale di Venezia nel 2014 con Compasso da navegare e ha ricevuto il “Premio Siebaneck” nell’ambito del XXXIV Premio della critica musicale “Franco Abbiati”. Le sue opere gli hanno valso riconoscimenti internazionali, a partire dalla selezione Opera Prima (Teatro La Fenice, 1981) con Gioco di velocità per suoni sintetici. Nel 1995 La Biennale di Venezia gli commissiona un’opera per voce ed elettronica, L’olio con cui si condiscono le parole eseguita da Marianne Pousseur. Nel 1997 viene invitato presso il Centre de Recherches et de Formation Musicales de Wallonie di Liegi per comporre la serie Felix Regula (I-V) per violino/viola, flauto, clarinetto, nastro e live electronics, eseguita al Festival Ars Musica di Bruxelles. bastone armonico per violino, bastoni da pioggia e sistema interattivo, realizzato durante una residenza presso la Bogliasco Foundation, viene presentato nel 1999 al Teatro Carlo Felice di Genova da Marco Rogliano e Alvise Vidolin. Nel 2001 ottiene una borsa dalla Rockefeller Foundation per comporre L’apparizione di tre rughe per chitarre, elettronica e sistema interattivo EyesWeb, incisa da Elena Casoli per Stradivarius. Nel 2002 il Teatro La Fenice presenta presso il Teatro Malibran “Per voce preparata” (progetto di Doati e Pachini), messa in scena di opere per voce fmminile con video ed elettronica fra cui la sua Allegoria dell’opinione verbale per attrice, elettronica e sistema interattivo EyesWeb su testi di Gianni Revello. Nel 2005 La Biennale di Venezia gli commissiona un’opera di teatro musicale (Un avatar del diavolo). La sua esperienza audiovisiva include Sindrome scamosciata per video e live electronics (2008-2009), La scala non procede oltre (2009), Noli me tangere (2010). Dal 2013 si occupa di estetica del gusto producendo videomusiche quali Seppie senz’osso (video: Paolo Pachini), Il suono bianco (video: Maurizio Goina), Il suono rosso
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